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glacionevato franchetti

IL GLACIONEVATO FRANCHETTI.
di Cristiano Iurisci e Fabrizio Sulli

articolo - foto - stagione di ablazione 2010


Il glacionevato da molti denominato “del Franchetti” è una delle poche formazioni nivo-glaciale che può essere considerata a pieno titolo perenne nella catena del Gran Sasso D'Italia. Esso è ubicato nel circo glaciale sulla sinistra orografica del vallone glaciale delle Cornacchie tra i 2410 e i 2480mt di quota. Esso è delimitato superiormente tra la sella dei due Corni e il ripido ghiaione della “morena” glaciale del Calderone, mentre a valle, tra le pareti del Corno Piccolo e il modesto sperone roccioso ove sorge il rifugio Franchetti (2433slm).
 
P6170141.JPG glacionevato franchetti 30 ottobre 2006 cristiano iurisci.jpg
foto del 8/6/2007, Di Paola                        foto del 30/10/2006, Iurisci

foto del 7/9/2011, Di Paola


La piccola e poco profonda nicchia glaciale sul quale si adagia il glacionevato, è chiuso a monte da una modesta parete rocciosa (sopra la quale passa il sentiero che dal Rif. Franchetti porta alla Sella dei Due Corni), mentre a valle vi è abbondante detrito roccioso in leggera controtendenza rispetto al glacionevato stesso, tipico ci una piccola morena frontale, con massi anche di enormi dimensioni.

Le sue dimensioni a fine stagione possono variare tra i 30-50mt di lunghezza e i 15-25mt di larghezza. La sua superficie a volte presenta piccoli crepacci (o meglio, fessurazioni), specie sotto la piccola parete, e sempre verso questa, specie a fine stagione, sono visibili le stratificazioni del nevato vecchio e di ghiaccio (più o meno scuro), frutto di accumulo pluriennale. Alcuni strati emergono direttamente dalla copertura detritica, facendo ipotizzare che parte del glacionevato può essere coperto da detriti.

Non è mai scomparso dal 1980 ad oggi ( osservazioni di Enrico Rovelli ), ed è sopravvissuto anche alle pessime annate del 1990 e 2007. La sua alimentazione è mista, anche se prevale sia quella eolica, dovuta alla sua posizione di nicchia sottovento alla direttrice prevalentemente occidentale dei venti presenti nel massiccio del Gran Sasso, che a quella valanghiva proveniente dei ripidi pendii tra la morena del Calderone e la Sella dei Due Corni.

A differenza del ghiacciaio del Calderone e di altri nevai e glacio-nevati del Gran Sasso, tutti in netta diminuzione o addirittura estinti, sia la superficie che il volume del Glacionevato Franchetti è rimasta invariata nel corso degli ultimi decenni, o addirittura aumentata. La motivazione di tale fenomeno è da attribuire alla differente fonte di alimentazione e di superficie tra i vari apparati, specie tra il ghiacciaio del Calderone e il glacionevaio del Franchetti dove una sola delle fonti di alimentazione, eolica o valanghiva che sia, è già sufficiente a “riempire” la nicchia glaciale, addirittura anche in annate poco nevose. Nel Calderone, o in genere in circhi e apparati più grandi, questo non accade. Nel Calderone ad esempio l’alimentazione eolica proviene quasi esclusivamente da quella poca neve che riesce ad infilarsi tra la breve cresta posta tra la vetta Occidentale e l’Anticima nord (sopra il passo del Cannone) proveniente dalla cresta Ovest e dai pendii della Conca degli Invalidi. In una annata poco nevosa, gli effetti negativi sul Calderone risultano essere così duplici, mentre per quello del Franchetti, il bilancio finale dipenderà quasi esclusivamente dalla lunghezza e l’intensità della stagione estiva. 
Un altro aspetto ancora in negativo per il Calderone è che la maggior parte della neve che si accumula nel bacino subisce metamorfosi importanti solo a tarda primavera, quando la sua bassa densità può essere facile preda di feroci e premature vampate africane (specie dall’estate 2002 in poi). Altro fattore determinante, che distingue i due apparati, sono gli effetti delle temperature estive che, essendo in continua crescita, quasi annullano gli effetti positivi di annate particolarmente nevose (2002-06) del bacino del Calderone. Basta un solo inverno poco nevoso con estate sopramedia (2007) che non solo i pochi effetti positivi del precedente quinquennio vengono azzerati, ma che vengano intaccate in maniera consistente e determinante le poche placche di ghiaccio ancora esistenti nella conca del Calderone.
Il Glacionevato Franchetti, al contrario, continua a sopravvivere nonostante tutto proprio perché "bastano" 5-6 slavine primaverili unite ad un accumulo da vento che la "nicchia" si riempa più o meno uguale ogni anno.


Per visitare il Glacionevato il percorso è abbastanza semplice, a livello escursionistico , e quello più idoneo parte da Prati Di Tivo ,passando per la Madonnina dell'Arapietra ed arriva al Rifugio Franchetti.
 
                         



Il sentiero in questione è il numero 3 della carta C.A.I. Gran Sasso D'Italia.  Partendo da Prati di Tivo, si raggiunge a piedi o tramite seggiovia (aperta anche d'estate) la Madonnina dell'Arapietra, a quota 2050m. Per l'itinerario a piedi consigliamo di passare per l'albergo diruto, con superba vista sul paretone e le valli teramane sottostanti.
Dalla Madonnina, si segue il sentiero per il rifugio Franchetti, e oltrepassato il passo delle Scalette (2100m.) si prosegue risalendo lo spettacolare e suggestivo vallone glaciale delle Cornacchie, con le pareti strapiombanti del Corno Piccolo alla vostra destra, e della Vetta orientale del Corno Grande alla vostra sinistra.
Caratteristici i massi erratici depositati durante l'era glaciale dal ghiacciaio del Calderone, in quanto , in un passaggio, il sentiero passa proprio sotto un arco fra 2 macigni.
Si giunge infine al rifugio Franchetti, a quota 2433m. Sopra di esso si ergono le 4 cime del Corno Grande e la morena frontale del Calderone , sulla destra vi è il Corno Piccolo, mentre fra questo e il Corno Grande è la grande insellatura ghiaiosa "Sella dei Due Corni".

Il glacionevato è visibile dal sentiero poco prima di arrivare al rifugio, sulla vostra destra. Oppure, proseguendo verso la Sella dei 2 Corni, vi passa sopra.

Giunti qui si può tornare indietro, pernottare al rifugio, o proseguire la scalata verso uno dei sentieri alpinistici che portano alle vette.


Fabrizio Sulli

Buona escursione!


Mappa vallone delle cornacchie, glacionevato Franchetti indicato in azzurro.JPG